Teatro Rossini, una storia da salvare...

Appello del gruppo promotore "Salviamo il Rossini"

"Opere minimaliste" il sindaco di Gioia licenzia il Kismet



Scontro sulla gestione del Rossini. Bruni: "L' attuale giunta preferisce il cabaret" Longo: offerta non adeguata con uno o due attori fondali neri e durata striminzita degli spettacoli

di ANTONELLA GAETA

La tentazione a fine intervento è forte: «Se dicessi a voce alta "il Rossini torni ai gioiesi" sarebbe di certo uno slogan a effetto» diceva il sindaco di Gioia del Colle, Piero Longo, nella seduta del consiglio comunale del 16 settembre scorso. Sintetizzando il senso di un discorso e, soprattutto, di un' azione: la nuova giunta comunale da lui presieduta ha assunto la gestione diretta del teatro comunale in precedenza affidata al teatro Kismet. Per una serie di ragioni, non ultima l' esigenza di dare un colore, per così dire, identitario alle stagioni. «Ho interpretato il bisogno della città. Gioia può vantare persone in grado di occuparsi della gestione di un teatro che, peraltro, sarebbe collegiale con consulte per ogni settore» spiega Longo. Un po' di storia. Nel 1997 il teatro comunale Rossini viene riaperto al pubblico. Il lancio di un teatro che sin da subito trova un posto di rilievo tra quelli regionali e, poi, nazionali porta la firma del Kismet che prende a cuore il piccolo teatro facendone una realtà d' eccellenza. Vi passano, tra gli altri, Ascanio Celestini, Marco Paolini, Licia Maglietta, Avion Travel, Nekrosius, Carlo Giuffrè. Fiore all' occhiello diventa poi in questi anni "Maggio all' infanzia", festival di teatro ragazzi che compagnie internazionali scelgono per testare i loro spettacoli, come accade nelle manifestazioni che contano. Ma il sindaco obietta, sia sotto il profilo artistico che commerciale, perché tutto sommato di impresa si trat ta. L' offerta al pubblico, ritiene, «non aveva uno standard quantitativo omogeneo di caratura nazionale, con attori di fama e la scelta degli autori e dei testi era spesso slegata dai gusti del pubblico». E rincara dicendo che «forse il punto essenziale stava nella proposta di allestimenti teatrali minimalisti, compagnie di uno o due attori, apparati scenici inconsistenti con sipario aperto sin dall' inizio, fondali neri, struttura e durata di spettacoli striminzita massimo di un' ora, un' ora e un quarto». Il direttore artistico fino a cinque anni fa e, poi, della passata stagione, Carlo Bruni, non si scompone: «Mi sembrava naturale che l' avvento di una nuova amministrazione portasse un cambio di direzione del progetto Rossini, ma trovo di pessimo gusto tentare di qualificare un proprio legittimo progetto partendo dalla denigrazione gratuita e infondata di quello coltivato da professionisti unanimemente stimati in anni di lavoro». Sul suo compenso lordo di 25 mila euro (poco meno di 11 mi la netti), del resto, si concentrano gli strali del primo cittadino che, per il nuovo corso si affiderà (i nomi saranno fatti questa mattina) a due direttori al costo di 17mila euro. Longo, inoltre, sostiene che, l' anno scorso, a fronte di un investimento di 130mila euro per gli spettacoli in cartellone, il ritorno per le casse è stato di 11mila euro e che gli abbonamenti siano crollati. «Stando alle nuove direttive - denunciano dal Kismet - per contenere le spese saranno tagliati i matinèe per le scuole, tre posti di lavoro e ridotto del 70 per cento il finanziamento per il Maggio all' infanzia». Molto probabilmente, il Maggio emigrerà in un altro Comune disposto ad ospitarlo. Nel contempo però Bruni invita alla riflessione critica perché «i problemi del Rossini sono precedenti al cambio di giunta». Da quando, cioè, «non ci si è più soffermati su cosa deve essere un teatro comunale in una città come Gioia del Colle, linea politica chiara solo con la giunta Povia». Per la nuova stagione, il sindaco vuole puntare sul cabaret e sul teatro comico perché costa meno e attira più gente e, con forza, su quanto a Gioia si sa produrre. E i gioiesi? Qualche centinaio si è riunito nel comitato "Salviamo il Rossini" (http://salviamoilrossini.blogspot.com) riunitosi due giorni fa. Il presidente del Kismet, Augusto Masiello, commenta: «è raro ritrovarsi in così tanti a parlare di cultura e delle sorti di un teatro».


Pubblicato su: REPUBBLICA in data: 17/10/2008 a pagina: 11 nella sezione: BARI



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